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Una scuola una rete

La Scuolina vista da una studentessa

A distanza di due anni il progetto si identifica con la Scuolina, entità tanto profonda quanto fragile. Forse la descrizione più efficace la troviamo nelle parole di Serena Donati, che al progetto ha contribuito attivamente e che sulla Scuolina ha scritto la sua tesi di laurea (Dall’incontro al riconoscimento — Riflessioni e pratiche per l’integrazione). Ecco come Serena ha conosciuto la Scuolina.

In questa esperienza io sono entrata in punta di piedi, spinta dalla curiosità di capire come la progettazione, uno dei temi/sbocchi occupazionali del mio corso di laurea, fosse stata condotta e applicata al caso specifico, dando vita ad un progetto che mi incuriosiva e di cui volevo saperne di più. Mi sono recata a Poggio alla Croce in uno dei pomeriggi in cui si faceva la “Scuolina”, dalle 17.00 alle 19.00. intenzionata a capire come la lezione di Don Milani venisse applicata nel 2019 in un paesino di provincia, come la teoria e la progettazione si fossero concretizzate in qualcosa di così tangibile e vero che si reggeva per lo più sull’azione di una comunità di volontari.

Cosa ho visto a Poggio alla Croce quel pomeriggio alle 17.00 è stato un gruppo di persone radunate attorno ad un tavolo, immerse in conversazioni diverse, concentrate a capirsi e a condividere se stessi in quelle due ore di quella strana “lezione” che poco aveva a che vedere con il concetto classico e istituzionale di scuola. Don Milani era l’unico riferimento-ponte che avevo con quello che vidi a Poggio alla Croce: lo vidi subito quando entrai, era lì che aleggiava come una presenza viva che si incarnava nella scelta di non riconoscere il professore, il maestro, a colpo d’occhio (in base alla sua posizione nello spazio, o al suo abbigliamento), nella scelta di accomodarsi tutti vicini attorno al tavolo, nella scelta dei materiali ai quali appoggiarsi per conversare. E poi negli argomenti di conversazione non ritrovavo la scuola-istituzione nella quale anche io ero cresciuta. Si parlava di cibo, di patente e di molto altro ancora, sembrava una conversazione libera, quasi la chiacchiera da bar. Sembrava, perché entrando nel vivo, toccando con mano, poi ti rendi conto che la Scuolina è apprendimento che parte dall’interesse vero e concreto, è scambio di interessi e opinioni, è aiuto e confronto, la Scuolina è una comunità di persone nella quale ciascuna è, prima di tutto, se stessa, con il proprio bagaglio di esperienze e valori, il tutto messo a disposizione degli altri, e che dagli altri vuole essere toccato e avvicinato.

Quando sono arrivata alla Scuolina il progetto era già ben avviato, si apprendeva l’italiano e lo si faceva molto partendo dalle necessità quotidiane di ogni giorno, si studiava per la patente, si parlava di ISEE e di buste paga, ma anche di sogni e speranze per il futuro perché gli immigrati che gli abitanti di Poggio alla Croce avevano davanti erano, prima di tutto, persone. Non fu l’intera comunità che si avvicinò alla Scuolina, fu un piccolo nucleo di paesani e non, e questo era ed è ancora oggi una difficoltà di progetti, azioni e di idee come questa. C’è una parte della popolazione che resiste alla diversità e lo fa anche solo rimanendo indifferente all’altro. Così anche a Poggio alla Croce ci fu chi non accolse lo straniero di buon grado e di conseguenza, neppure le azioni portate avanti da LACA19.

[…]

La volontà di mettere a progetto questa iniziativa è scaturita proprio da quella cura di cui si è parlato, di quella consapevolezza che siamo esseri-nel-mondo e il nostro esserci è in relazione continua con una differenza che necessita di essere incontrata e conosciuta affinché il beneficio sia di tutti. Troppo spesso la voce del popolo rimane in ombra e da questa esperienza ho capito che c’è la necessità di investire in progetti come questo perché la voce di chi si prende cura dell’altro diventi una eco potente, una narrazione diffusa e capace di innescare il cambiamento e abbattere intolleranza e rifiuto ma anche di trovare un posto tra le tante notizie diffuse quotidianamente dai media.

Serena Donati (2021) Dall’incontro al riconoscimento — Riflessione e pratiche per l’integrazione. Tesi di laurea.

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