WhatsApp Image 2017-12-13 at 00.37.51Domenica 10 dicembre oltre 80 persone hanno partecipato al pranzo organizzato dalla Parrocchia e dalla Società di Mutuo Soccorso per la promozione del nuovo Centro Sociale, con sede nei locali sotto la chiesa di Poggio alla Croce. Era presente un’importante rappresentanza delle due amministrazioni, composta dalla sindaca  Giulia Mugnai e dall’assessore alle politiche sociali Ottavia Meazzini, dalla consigliera Laura Orpelli per il Comune di Figline e Incisa Valdarno, dal sindaco Paolo Sottani per Greve in Chianti.

Ma al di là della nutrita partecipazione, la massima possibile considerata la capienza del locale, e della gradita presenza delle autorità, è la diversità la cifra che ha valorizzato questo evento, in un contesto e in un momento in cui sono le divisioni a fare notizia. Una diversità riunita intorno a obiettivi condivisibili per tutti e non arroccata in confronti sterili fra posizioni differenti.

Quella che Poggio alla Croce sta raccontando è una lettura della diversità che non richiede né l’omologazione ad un pensiero unico né la prevaricazione di una parte sulle altre, bensì l’unione dei diversi punti di vista e delle diverse capacità al fine di una gestione attiva e positiva delle problematiche locali che concernono tutti.

La racconta la collaborazione fra anime diverse che sono presenti anche in una così piccola comunità,  come quelle della Parrocchia, della storica Società di Mutuo
Soccorso e dei cittadini laici più esterni rispetto a queste associazioni.

La racconta la compresenza di persone che parevano schierate da parti opposte in una narrazione banale che voleva vedere il “paese spaccato”.

L’hanno raccontata le parole pronunciate dal parroco Don Martin Bakole, dal presidente dell’SMS Carlo Viviani della Robbia e da chi scrive, nella veste di rappresentante degli amici che collaborano nelle attività del Centro Sociale, persone molto diverse e con storie diverse alle spalle, ma animate dalla ferma volontà di collaborare per il beneficio della comunità intera.

L’hanno raccontata l’operosità e la straordinaria bravura di coloro che hanno organizzato e cucinato un ottimo pranzo. Anche queste persone sono diverse, nelle loro storie e nelle loro idee, ma hanno manifestato ancora meglio la medesima volontà, grazie ai fatti oltre che alle parole.

La racconta una rete di collaborazioni che vede positivamente impegnata anche la cooperativa che gestisce il CAS di Poggio alla Croce. Una collaborazione non proclamata nelle occasioni di prammatica ma attiva e sostenuta nel tempo, volta alla gestione comune e alla soluzioni dei problemi che situazioni del genere inevitabilmente propongono.

Parole e fatti nutriti da un’idea semplice: con un piccolo contributo di tanti si possono fare miracoli. Non sembrerebbe una grande novità ma quando la si attua per davvero, sembra sempre di avere fatto una grande scoperta.

Il Centro Sociale di Poggio alla Croce, partecipato dalla Parrocchia, dalla SMS e da tutti i cittadini desiderosi di portare il loro contributo nei modi a loro più congeniali, offre un’occasione di mettere al servizio della comunità tutta competenze e tecnologie che rimarrebbero altrimenti inespresse: nella forma di tempo e capacità offerti dalle persone nel loro tempo libero, da altre in pensione, oppure nella forma di tecnologie inutilizzate, destinate allo smaltimento e rese nuovamente disponibili per il beneficio di chiunque.

WhatsApp Image 2017-12-13 at 00.37.49È per tutti questi motivi che è stata accolta nel consenso generale la proposta avanzata da Don Martin Bakole di intitolare il Centro Sociale a Don Vittorio Nannicini, suo predecessore nel ruolo di parroco di San Polo in Chianti e Poggio alla Croce. Chi scrive ha conosciuto Don Vittorio 55 anni fa, quando giovane prete a San Francesco di Pelago, era già attivo e instancabile nel far dialogare parti che a quei tempi sembravano inconciliabili. Questo è lo spirito che Don Vittorio ha cercato di trasmetterci in tutti questi anni e che vorremmo alimentare con il Centro Sociale di Poggio alla Croce.