20180802_181255È un periodo dove si parla troppo e male. Si vorrebbero meno parole e più pensiero quindi si fa fatica a scrivere, anche qui, dove ci eravamo promessi di raccontare storie di costruzione e non altro. Ma questa brevissima notazione ci pare di doverla fare.

Insomma, anche questi sono italiani. Fra le varie inutili, anzi dannosissime retoriche che imperversano nei media e soprattutto nei social, c’è quella del “prima gli italiani”. Lasciando perdere l’opportunità o meno di affrontare problemi estremamente complessi con slogan e ricette riduttive, vorremmo chiedere: prima gli italiani, ma quali? Perché ci sono anche questi che si riuniscono due volte alla settimana per dare e darsi una mano. E che non sono nemmeno tutti di Poggio alla Croce. In questa foto ad esempio ci sono due persone di San Polo in Chianti, il paese qui vicino e una di Pescia, 80 km!

Quando venne un giornalista a intervistarci, chiedendo perché ci impegniamo in questo modo, uno di noi rispose: “Non perché appartengo a qualcosa e nemmeno perché voglio “fare il volontario”. Vengo qui perché io sono così, perché sto bene così.”

Ci sono anche questi di italiani e sono più di quanto sembri. Si notano meno perché fanno e non urlano.