Immaginavamo che questa rete potesse crescere autonomamente, per singoli nodi. Avevamo scelto il software di crowdmapping Ushahidi apposta, perché è stato ideato per consentire a chiunque di aggiungere le proprie segnalazioni. Come quasi sempre succede, la realtà si è rivelata essere diversa ma in positivo, e per almeno due motivi. La rete sta crescendo sì da sola, alimentata dalla narrazione svolta intorno alla crowdmap, ma ciò sta avvenendo soprattutto attraverso contatti personali: il racconto raggiunge persone che telefonano o scrivono un’email. Già questo è un successo perché abbiamo sempre pensato che la rete dovesse essere fisica invece che virtuale, ovvero una rete di persone che si parlano o che comunque hanno la possibilità di farlo. L’altra sorpresa è che, anziché aggiungersi un nodo alla volta, si sta aggiungendo una sottorete per volta. Bene, si va più veloci. Ma soprattutto si scopre che altri si stanno muovendo nella stessa direzione. In altre parole sta emergendo la mobilitazione, cospicua e diffusa. Volevamo uno strumento che consentisse di produrre una contronarrazione positiva. Siamo sulla buona strada.

La mappa si può manipolare da soli, imparando a manovrare i vari comandi con un minimo di pazienza. Le principali sottoreti sono quelle dei partner (giallo), dei nodi di accoglienza (verde), delle criticità (rosso) e degli eventi (blu). Queste sono facilmente selezionabili con i comandi autoesplicativi a sinistra della mappa. La mappa si può tuttavia segmentare anche in altri modi. Scrivo qui sotto alcuni link che puntano direttamente ad altri sottoinsiemi della rete, per dare un’idea delle tipologie di dati che si possono estrarre.

  • Partner della compagine iniziale del progetto LACA19
  • Partner aggiunti successivamente
  • #AccoglienzaToscana – sottoinsieme dei nodi di accoglienza proveniente dal database realizzato in un’indagine conoscitiva sulle buone pratiche di accoglienza e inclusione sociale in Toscana, fra marzo 2017 e dicembre 2018. Le informazioni sono reperibili in Open Toscana e qui si può accedere al report di analisi dei dati. Si tratta di 230 nodi, ad oggi ne abbiamo inseriti circa 100.
  • Rete di solidarietà – sottoinsieme che fa riferimento alle offerte di accoglienza raccolte dal movimento Umani per R-Esistere. Sono 120 nodi, già tutti inseriti. Questa sottorete è nata grazie all’iniziativa dell’amica Caterina Cirri, che coordina la comunicazione del movimento Umani per R-Esistere. I nodi di questa sottorete sono particolari perché devono essere protetti, data la loro natura sensibile. Si tratta infatti di singoli soggetti o famiglie che hanno fornito la loro disponibilità in svariati aspetti dell’accoglienza, quali pernottamento, assistenza in percorsi burocratici, insegnamento dell’italiano e altro. Le informazioni nelle rispettive schede sono perciò anonimizzate e la geolocalizzazione è stata offuscata mediante un algoritmo di generazione di numeri casuali. Le relative informazioni sulla mappa hanno la funzione di mostrare il dato aggregato ma anche quella di fornire uno strumento che faciliti l’incontro di domanda e offerta di accoglienza. Ovviamente tale incontro deve aver luogo con la mediazione dei gestori della rete, attraverso il modulo di contatto Umaniperresistere oppure l’email lab.aperto.poggioallacroceATgmail.com. Chi vuole aggiungere la propria offerta può compilare l’apposito modulo predisposto in  “Umani per R-Esistere”.
  • Piccole grandi eccellenze – Famiglie che hanno accolto in casa uno o più richiedenti asilo. Si tratta di persone che operano su base strettamente personale, senza fare riferimento ad alcuna organizzazione. I rispettivi dati vengono pubblicati in chiaro solo se i soggetti coinvolti manifestano esplicitamente tale volontà, altrimenti sono anonimizzati come nel caso precedente.
  • Eventi. Questi ora si possono aggiungere anche con un tweet, basta che il messaggio contenga l’hashtag #lacanet.

Ci sono altri fatti interessanti da commentare.

La rete è in pieno movimento. Pensavamo nei primi mesi di dover lavorare soprattutto per avviare il fuoco, invece ci ritroviamo ad affannarci per gestirne la crescita. Abbiamo altre reti a cui attingere e altre sollecitazioni cui rispondere. Prima terminiamo di inserire i dati di #AccoglienzaToscana, poi muoveremo subito i passi successivi. Coloro che ci hanno sollecitato pazientino un momento, arriviamo!

La rete descritta dalla crowdmap è in realtà la punta di un iceberg. Essa sta generando una varietà di contatti e iniziative che non necessariamente si prestano ad essere classificati come “nodi” geolocalizzabili o che magari lo potranno essere in futuro, una volta che si siano consolidati in forme adeguate.

Oltre ai partner aggiunti già presenti sulla mappa, importanti sono i contatti con il già citato movimento “Umani per R-Esistere”, che  a sua volta comprende altre sottoreti (Comunità delle Piagge, Disobbedienza Firenze, Compagni di Strada, Rete Anti Razzista Firenze, Refugees Welcome Firenze, Coordinamento Ubuntu, Corpi Spettacolo…), con il Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose, con la nuova Rete di Giornalisti Indipendenti e Attivisti organizzata dall’Agenzia di Stampa Internazionale Pressenza, con la Piccola Scuola di Pace Isolotto, con l’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, con Jimuel Internet Medics for Life e, imminente, con la nascente Fondazione “È stato il vento” per la rinascita del modello Riace.

Cosa intendiamo qui per contatto? Intendiamo che vi sia stata almeno una conversazione, un messaggio esplicito, talvolta la partecipazione ad un incontro, dove si sia stato possibile verificare una comunanza di intenti sui temi dell’accoglienza e della contronarrazione di un’Italia che reagisce positivamente, costruendo anziché solamente denunciando.

In ultimo, la parte sommersa dell’iceberg comprende anche alcune collaborazioni in progetti europei, per le quali sono grato ai colleghi del Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letterature e Psicologia dell’Università di Firenze:

  • La collaborazione alla newsletter del progetto europeo “Media Education for Equity and Tolerance” (Prof.ssa Maria Ranieri): Cross-fitting problems and solutions for accepting asylum seekers in small communities
  • La storia della scuolina di Poggio alla Croce si è intrecciata con quella del progetto europeo QuaMMELOT (Prof.ssa Raffella Biagioli): una delegazione di insegnanti e altri operatori della scuola spagnoli, greci, danesi e italiani sono a venuti a conoscere il modello di formazione della scuola.
  • Nei prossimi giorni a Berlino, presso la Fondazione Pfeffenwerk, andremo a spiegare come la storia della scuolina di Poggio alla Croce abbia generato un processo di advocacy, vale a dire di un’azione con la quale un gruppo di persone tenta di correggere la narrazione distorta propinata dalla mainstream information, con l’obiettivo di influenzare le politiche pubbliche. Una sintesi del contesto si trova nel report della scorsa Advocacy Round Table del Progetto META – Minorities Education Trough Arts (Prof.ssa Giovanna Del Gobbo). A Berlino, illustreremo inoltre gli aspetti tecnici della crowdmap mediante un’apposita lezione.

E sicuramente ho dimenticato qulacosa.