La Costituzione è stata scritta con il sangue di coloro che hanno dato la vita per i principi su cui essa si fonda. Calamandrei disse che chi vuole ritrovarne le radici deve andare a visitare i luoghi dell’Appennino dove le donne e gli uomini della Resistenza hanno perso la vita.

È con questo pensiero che sono venuto via ieri dalla cena promozionale organizzata presso il Circolo ARCI dello Stecco a Figline, in occasione della volata per il ballottaggio delle elezioni amministrative.

In questa occasione mi sono definitivamente reso conto di essere capitato nel luogo giusto e, spero, nel momento giusto. Perché, come nell’orologio stellare del Maestro Hora di Momo, ci sono luoghi dello spazio-tempo dove hanno luogo magiche coincidenze. E non sono nemmeno rare, il problema è vederle. E trarne vantaggio.

Il popolo esiste. Quello vero, capace di collegare il passato con il futuro. Perché la differenza sostanziale fra i due candidati di questo ballottaggio è tutta qui: Giulia fa parte di questo popolo che è in grado di muoversi fra passato e futuro, quindi in una direzione; l’altro candidato è imprigionato nel presente, perché il suo partito solo del presente si occupa, lavorando quasi esclusivamente sulle paure, molte inventate o esagerate, da risolvere qui ora. L’una ha una bussola in mano e può tentare di seguire una rotta, l’altro annusa il vento.

Quello espresso da queste liste è popolo vero: operai, commessi, dirigenti, liberi professionisti, professori, insegnanti. Persone che fanno cose molto diverse ma che vanno nella stessa direzione, grazie alla bussola della memoria, che punta ai valori fondanti della nostra democrazia.

In quel luogo ho sentito parlare di storia, in quel modo utile dove la storia dei libri si intreccia con quella vissuta. In quel luogo c’erano donne, uomini, giovani e vecchi insieme. Ecco questo colpisce: giovani e vecchi insieme. Luoghi dove si trasmette memoria. Luoghi preziosi, nell’epoca dei social che separano.

Agli abitanti del comune di Figline e Incisa Valdarno ancora incerti chiediamo di scegliere di navigare verso il futuro, seppur con la fatica imposta da tempi complessi. Chiediamo di non lasciarsi intrappolare in un presente senza prospettiva.

A coloro che non attribuiscono più importanza alla politica, magari perché ormai “sono tutti uguali”, ricordo che, in primo luogo non è vero che sono tutti uguali, non è mai vero, ma soprattutto che non andando a votare si vota egualmente ma a caso, quindi magari assecondando soluzioni di cui potrebbero un giorno rammaricarsi. Troppo facile poi dare la colpa al resto del mondo.

Domenica votate Giulia Mugnai.