Rapporto di Amnesty International. Lungo e in inglese. Sotto la traduzione di parte del sommario.

Negli ultimi anni, i difensori dei diritti umani e le organizzazioni della società civile che hanno aiutato rifugiati e migranti sono stati sottoposti a procedimenti penali infondati, a restrizioni indebite delle loro attività, ad intimidazioni, molestie e campagne diffamatorie in diversi paesi europei. I loro atti di assistenza e solidarietà li hanno messi in rotta di collisione con le politiche migratorie europee. Queste politiche mirano a impedire ai rifugiati e ai migranti di raggiungere l’UE, a contenere coloro che arrivano in Europa nel loro primo paese di arrivo e a deportare il maggior numero possibile di persone nei loro paesi di origine.

Questo rapporto mostra come i governi europei, le istituzioni e le autorità dell’UE abbiano adottato una serie di misure restrittive, sanzionatorie e punitive contro individui e gruppi che difendono i diritti delle persone in movimento, anche utilizzando le norme sull’immigrazione e la lotta al terrorismo per limitare indebitamente il diritto a difendere i diritti umani.

I difensori dei diritti umani svolgono un ruolo essenziale per far progredire il godimento dei diritti umani nella società, come è stato riconosciuto da tutti gli Stati nella Dichiarazione delle Nazioni Unite sui difensori dei diritti umani. La Dichiarazione richiede agli Stati di garantire un ambiente sicuro e favorevole in cui possano operare senza timore di rappresaglie. Le restrizioni al diritto di difendere i diritti umani (che comprende, tra l’altro, il diritto alla libertà di espressione, di associazione e di riunione pacifica) devono essere previste dalla legge ed essere necessarie e proporzionate ad uno scopo legittimo. Come dimostrano i casi illustrati in questo rapporto, questa soglia spesso non viene raggiunta, il che porta a violazioni dei diritti umani dei difenzori dei diritti umani e delle persone in movimento. Lungi dal riconoscere il ruolo cruciale da loro svolto nella difesa dei diritti delle persone in movimento e nella garanzia di poter operare in modo sicuro e libero, le autorità europee hanno invece creato un ambiente ostile per loro.

In questo rapporto, Amnesty International ha documentato casi di restrizione e criminalizzazione dell’assistenza e della solidarietà nei confronti di persone in movimento in otto paesi: Croazia, Francia, Grecia, Italia, Malta, Spagna, Svizzera e il Regno Unito.