Quando ancora potevamo stare gomito a gomito, Cospe ci ha proposto di prendere parte ad un loro progetto “Poesia nella tramvia”, co-finanziato da Europe Direct, Comune di Firenze e programma “Never alone”, che prevedeva l’emersione di poesie provenienti da paesi diversi, come finestre che si affacciano su culture differenti pronte a stimolare i nostri sensi.
Tre dei nostri ragazzi, Sayon, Marius ed Ezekiel, si sono dimostrati disponibili e ci hanno donato tre poesie. Chi ce l’ha inviata direttamente su whatsapp e chi l’ha trascritta su un foglio, cercando di tradurla in italiano.
La lettura di esse ha suscitato forti emozioni. Gli occhi si sono fatti umidi per la forza con cui le parole prendevano forma nella nostra mente; patriottismo, orgoglio, rispetto, dolore, umiltà si mescolavano.
Abbiamo chiesto ai ragazzi come mai avessero scelto quella precisa poesia e ad esempio Sayon, ventitreenne, proveniente dal Mali, ci ha detto:
“Ho scelto questa poesia perché ci sta dimostrando la valorizzazione e la trasparenza della pelle nera. Quindi non bisogna sminuire nessuna pelle. Siamo tutti uguali.”
Marius, ventitreenne, della Costa d’Avorio:
“Ho scelto questa poesia, perché mi piace molto parla un po’ dell’Africa in tutto il suo splendore, attraverso questa poesia abbiamo capito la sofferenza di schiavo nero.”
Poche parole ma che esprimono pensieri importanti, sui quali riflettere.
Infatti, uno degli obiettivi di questo progetto è proprio quello di suscitare delle riflessioni e creare contatti, contaminazione, fra culture differenti, in contrasto con un agire e pensare escludente.
Queste poesie, in totale tredici, si possono trovare affisse all’interno delle due linee della tramvia fiorentina dall’8 settembre fino al 5 ottobre, un posto in cui si è di passaggio, sovrappensiero per mille motivi. Magari alzando lo sguardo dal proprio cellulare, a qualcuno cadrà l’occhio su una di esse e, per un attimo, verrà trasportato da un’altra parte, lontano e allo stesso tempo vicino. Una cultura, sì differente, ma popolata comunque da fratelli e sorelle della stessa specie.
Succedono poi eventi improvvisi che stravolgono i piani.
Queste poesie sarebbero dovute essere condivise a teatro, in un’atmosfera carica di eccitazione per l’evento, che andava a coinvolgere i ragazzi nella lettura diretta di esse davanti ad altre persone. Sarebbe stato un momento di incontro.
Invece, in conseguenza all’arrivo del virus Covid19, la diffusione ha cambiato modalità. È avvenuta lunedì 14 attraverso l’emittente fiorentina Controradio, con la partecipazione di: Giovanni Gravina (Cospe), Diletta Gasparo (responsabile progetti europei di Europe Direct del Comune di Firenze), Cosimo Guccione (assessore delle politiche giovanili del Comune di Firenze) e l’attrice fiorentina Daniela Marozzi, che ha letto la traduzione in italiano delle tre poesie scelte e mandate in onda.
Alcune riflessioni ne hanno fatte nascere di nuove in me.
La prima riguarda la lingua come veicolo primario per l’integrazione/inclusione delle persone in un territorio e contesto sociale. Alla Scuolina (che sia in presenza o online) lo “tocchiamo con mano” tutti i giorni in cui affianchiamo i nostri ragazzi. Conoscere abbastanza bene la lingua italiana (in questo caso) consente al ragazzo/a di comunicare/comprendere meglio ed essere maggiormente autonomo/a nel reperire e decodificare le informazioni che lo/la circondano.
La seconda è che, in molti casi, non siamo abituati/e ad ascoltare lingue diverse. La musica trasmessa alla radio spesso è in inglese, francese, spagnolo o tedesco. Raramente in qualche altra lingua che sia all’interno o fuori dall’UE (per non parlare dei dialetti stessi presenti anche solo all’interno dell’Italia o di una regione), almeno che non si vada personalmente a ricercare; né conosciamo, a livello personale, tutte quelle esistenti… ad esempio, voi conoscete la lingua Toura? Eppure è la lingua madre di Marius, anche se la poesia presentata è scritta in francese. E quella di Sayon, il Bambarà?
Con ciò si perde la musicalità, le sfumature che ogni lingua ha in sé… un vero peccato.
Sentire le tre poesie lette da Marius S., Sonila T. e Gentian B. è stato coinvolgente.
Per chi fosse curioso, la diretta radio è recuperabile a questo link.
Mi è rimasta dentro l’immagine dei fiori appassiti intorno all’albero che vive. Mi sento legata a voi da un doppio filo azzurro,come la sciarpa vaporosa del cielo che abbraccia tutti i continenti. Grazie per i regali inaspettati.
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