Sono tanti giorni che volevo raccontare questa storia e finalmente eccomi qui. Settimane fa non stavo nella pelle dalla felicità! Era arrivata un’ottima notizia che poi si è trasformata in qualcosa di più prezioso, in un agire privo di pregiudizi, diretto e atto a risolvere eventuali problemi.
Questa storia parla di Nainy un ragazzo giovane, nel pieno delle forze e con un carattere timido. Quest’ultimo aspetto probabilmente dovuto alla non facile padronanza con la lingua italiana, molto migliorata a distanza di sette mesi.
Vi racconto questa storia dall’inizio, dal nostro inizio, quando lo abbiamo conosciuto.
È arrivato alla Scuolina a inizio febbraio, dopo avere saputo di noi dall’Help Center. Voleva migliorare il suo italiano, cercare lavoro e scrivere il CV. Macro necessità molto diffuse tra i ragazzi/e, ma con caratteristiche sempre diverse; per questo, è importantissimo stabilire una relazione in cui si cerca di approfondire gli aspetti che possano essere utili a fornire un orientamento calzante. Ci siamo messi subito all’opera!
Spesso, non tutti i bisogni emergono subito, ma solo parlando e cercando di conoscersi. Ad esempio, Nainy quando è arrivato era accolto da un amico ma dopo una settimana sarebbe entrato all’Albergo popolare fino a fine mese (era fuori dall’accoglienza statale da un po’). Qua allora è affiorato un altro bisogno: l’alloggio. Punto molto critico per tutti, ma ancora di più in situazioni in cui si è senza lavoro e senza residenza. Come fare? Si affronta via via cercando di muoversi facendo rete, così che la possibilità di trovare soluzioni aumenti.
Il periodo era invernale perciò un’altra possibilità di accoglienza, finita quella dell’Albergo popolare, era l’emergenza freddo. L’ultima volta che ci siamo visti di persona è stato il 27 febbraio, poi alla Scuolina l’ultimo incontro è stato il 3 marzo e il 9 è stato proclamato il lockdown.
Da questa situazione improvvisa e disorientante, per tutti, sono derivati cambiamenti organizzativi delle varie realtà territoriali. Positivo è stato che Nainy- e un amico che ci aveva fatto conoscere alla Scuolina e da cui nascerebbe un altro intreccio, un’altra storia- abbia potuto permanere lì per un tempo maggiore. Anche perché in quel periodo l’Albergo popolare non faceva entrare nessuno.
Successivamente, fino ad agosto, sono state trovate soluzioni alloggiative preziosissime grazie alla collaborazione con Arci Firenze e Umani per Resistere (che hanno messo a disposizione dei fondi) e con un’assistente sociale del Comune di Firenze, collaboratore dell’Help Center, il quale svolge il suo lavoro in maniera molto preziosa.
Come sappiamo, in tutto questo periodo (da marzo a maggio, principalmente, ma anche nei mesi successivi) il mercato del lavoro era in blocco (per vari settori) e tantissime persone si sono trovate “congelate” con maggiori difficoltà nella ricerca di un’occupazione.
La Scuolina ha sempre continuato la sua attività ma in modalità online. Con Nainy abbiamo fatto italiano e ricerca lavoro. L’italiano passava attraverso letture o semplici chiaccherate, da cui uscivano fuori bei sorrisi e curiosità reciproche. Un aspetto che mi ha sempre colpito è che alla domanda generale: “Ma la tua famiglia come sta? L’hai sentita?” lui abbia sempre risposto “Ora no, poi”.
Quando le preoccupazioni sono aumentate la priorità è stata la ricerca lavoro. Ad inizio agosto ci siamo ritrovati, con alcuni ragazzi che più ne avevano necessità, al Cospe… Dopo cinque mesi si sentiva molto la mancanza della presenza fisica. Quel giorno si è candidato per un’offerta di apprendistato su Livorno, con successiva conversione a tempo indeterminato, come montatore di ponteggi edili.
Qui il percorso di Nainy inizia ad intrecciarsi con quello di altre due persone: una signora del centro per l’impiego di Livorno e il datore di lavoro dell’azienda che aveva pubblicato l’offerta.
Ci tengo a raccontarvi della signora del CI perché è anche grazie al suo operato, al modo di svolgere il suo lavoro con competenza ed impegno, che Nainy ha avuto questa possibilità. Lei ha fatto da anello di congiunzione tra lui e il datore di lavoro, con una mediazione da parte nostra per facilitare il passaggio di alcune informazioni.
E quindi quale è l’ottima notizia di cui vi accennavo all’inizio?? Forse l’avrete anche già capito. Nainy è stato chiamato per fare il colloquio e il datore di lavoro ha poi preso la decisione di assumerlo! Ma non finisce qui.
Ora, immaginate bene che la problematica alloggiativa si ripeteva anche sul territorio livornese, dove inizialmente Nainy sembrava avesse trovato una soluzione, poi svanita.
Allora Federico Elia, titolare di Etrusca Service srl, ha preso una decisione: mettere a disposizione del ragazzo una stanza posseduta da un familiare. Una reazione diretta a rispondere ad un bisogno, senza frapporre nel mezzo altre questioni, e non solo, si è anche reso molto disponibile nel tenerci aggiornati su come fosse andato l’inserimento e a condividere con noi la sua opinione:
“Premetto che a me non sembra di aver fatto niente di eccezionale..ed il merito è suo.
Ero alla ricerca di una figura da inserire in azienda, che avesse determinati requisiti ed ho incontrato Nainy per un incontro conoscitivo. Avevo saputo della sua disponibilità a trasferirsi e questa informazione è stata la leva per conoscerlo ed incontrarlo..sintomo di volontà, voglia e necessità di lavorare. Alla fine erano proprio i requisiti che andavo cercando e dopo l’incontro avuto, positivo, ho deciso di assumerlo.
Da quel momento mi sono prodigato per rendere agevole e veloce il suo trasferimento, trovandogli alloggio da un mio familiare. Credo che si sia meritato questa chance per il suo vissuto e il suo percorso, ho deciso di dargliela sperando sia l’inizio di una bella storia.”
Infatti, quello che vi ho raccontato è un piccolo frammento di tutta l’esistenza di questo ragazzo, e adesso sta a lui decidere come proseguire.
Una storia positiva che, vi assicuro, ha rilasciato una quantità di energia buona, che fa bene al cuore ed è in grado di sovrastare quella negativa.
Le informazioni negative che rimbalzano facendo eco sui canali mediatici, escono fuori facili e veloci, senza lasciare nulla, come castelli di carta; invece, le storie positive hanno bisogno di più o meno tempo, di impegno su più fronti, per costruire o rinforzare le basi di un’inclusione sociale.
Ogni storia non ha mai un solo protagonista ma tanti che contribuiscono a farci arrivare dove siamo.
Buon cammino Nainy.
grazie per aver condiviso questa bellissima storia!
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Una bellissima storia…..di inserimento sociale e lavorativo e di integrazione di processi in contesti non standardizzati
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