Dopo un lungo periodo di attività online ci siamo rivisti martedì scorso nel Giardino degli Orti Dipinti. Eravamo confusi perché anche se l’attività online ha funzionato (645 lezioni in 832 giorni a partire dal 23 febbraio 2020) la sensazione di rarefazione è inevitabile e un po’ di persone si sono inevitabilmente perse per strada. D’altro canto, considerate le vite dense e complicate degli studenti, il ritorno in presenza sembrava quasi una chimera. La domanda è: vale la pena di riprovare a incontrarsi in presenza?
Fatima con altre due amiche afghane, Rezvaneh e Sohaila, Judi (siriana) e Kenda (palestinese) con i suoi due bimbi piccoli, sono venute, malgrado la distanza, il caldo e gli impegni; poi è arrivato anche Sama (senegalese), nonostante avesse poi da scappare al lavoro. Basta questo per dire che vale la pena di riprendere la scuola in presenza.
Ma quanti siamo noi, cittadini, disposti a mandare avanti la cosa? Affinché l’attività sia proponibile occorre garantire una regolarità e contandoci, siamo un po’ pochi. Martedì c’erano Roberta, Paolo, Bianca e il sottoscritto fra gli insegnanti storici, poi c’era anche Francesca, studentessa di Formazione Primaria venuta a vedere di cosa si tratta.
Per fare una proposta concreta dovremmo garantire una mattina alla settimana e, precisamente, attagliandosi alle necessità degli studenti presenti, martedì o giovedi mattina, orario 9:30-11:30.
C’è qualcuno interessato a collaborare per comporre un gruppo di insegnanti un po’ più nutrito, in grado di consentire la continuità per un’attività del genere? Perché se siamo troppo pochi finisce che con gli impegni che capitano un po’ a tutti si saltano dei giorni.
Tutto ciò specificando che il lessico studente-insegnante non deve richiamare quello dell’impianto scolastico tradizionale. Nella Scuolina gli insegnanti (cittadini) affiancano gli studenti (beneficiari), discutendo dei loro problemi, cercando soluzioni insieme, raccontandosi storie. L’italiano viene da sè. Il modello, mutantis mutandis, è sempre quello della Scuola di Barbiana.
Perché è grazie a questa impostazione che la Scuolina, dal 2017 ad oggi, ha attratto tante persone ed è riuscita ad accompagnarne diverse verso percorsi lavorativi legali. Vediamo i dati che Roberta Gemignani, felicemente laureata la settimana scorsa (bravissima!), ha ottimamente riassunto per l’esercizio 2019-2021 (chi volesse leggere la tesi per intero la può scaricare qui: Come facilitare percorsi di integrazione ed inclusione sociale per persone migranti — L’esperienza della Scuolina di Poggio alla Croce).
2019 — 22 persone

2019 — 60 persone

2022 — 37 persone

Oltre a questo, non va dimenticata la Scuolina sommersa che gli abitanti di Poggio alla Croce (Elettra, Claudio, Gabriele, Malò, Paola, Serafina) non hanno mai smesso di portare avanti, sostenendo i ragazzi nei percorsi kafkiani dell’accoglienza italiana, anche per periodi di cinque e più anni.
In ultimo, abbiamo raccolto tutte le tesi scritte sino ad ora sulla Scuolina. Sono elencate nella colonna di destra ma le riporto anche qui:
- Martina Coppi
Frontiere dell’accoglienza: percorso di autoformazione e autocura in una piccola comunità - Serena Donati
Dall’incontro al riconoscimento — Riflessioni e pratiche per l’integrazione - Anna Fazzi
Incontro interculturale. Un fenomeno strutturale e non più emergenziale - Roberta Gemignani
Come facilitare percorsi di integrazione ed inclusione sociale per persone migranti — L’esperienza della Scuolina di Poggio alla Croce - Concetta Grillo
Migranti o Briganti? - Silvana Lo Sindaco
Le parole che non ti ho detto. Narrazioni migranti
La Scuolina esiste anche grazie a queste persone.