“Ehi ciao, grazie! Sai, con quello che guadagno devo pagare le bollette, l’affitto etc..”
“Eh immagino.. Ma di dove sei?”
“Abito a Pescia.”
“Ma dai! A Pescia!? Anche io. Dove stai di preciso?
“Ah si? Sto in Via… per andare a…”
Ogni martedì solito tragitto: dalla stazione al Cospe, per la Scuolina. Questo però è stato diverso.. ho incontrato una persona che ha condiviso con me un pezzetto della sua storia, contribuendo ad ampliare il mio bagaglio di conoscenze. Le storie di vita sono preziosissime proprio perché uniche.
“Sai, oggi non ho potuto comprare gli ombrelli, me li hanno chiesti già varie volte ma non ce li ho; questo serve per coprire me. Avrei potuto fare anche 30 euro con quelli…”
“Ah, ma dove li prendi? Te li dà qualcuno o li acquisti?”
“Nono, li compro al negozio a 2 euro e poi li rivendo a 5 euro, così 3 euro rimangono a me. Però devo pagarci l’abbonamento… a fine mese rimane poco. Sai di affitto pago circa 300 euro, una bella casa con varie stanze, più le bollette e il cibo. Al mese arrivo a guadagnare anche 600 euro, ma dipende. Adesso sono solo, ma delle volte ho condiviso con amici.”
“Ah capisco, ti rimane veramente poco.. ma come mai vieni a Firenze a venderli?”
“Perché qua c’è lavoro; ma ho lavorato anche nella pulizia del verde, poi il contratto è scaduto e sono tornato a fare questo.” Mi racconta con un buon italiano.
Viene dalla Nigeria, ormai da molti anni in Italia, circa 12 di cui 7 a Pescia. Tutta la sua famiglia è là; mi parla del fratello, facendomi vedere una foto, lavora nella polizia e l’ha rivisto lo scorso anno. Riesce a tornare in Nigeria ogni anno o due, grazie all’aiuto di altre persone che contribuiscono al costo del biglietto. Ha sempre fatto il venditore per strada, a parte quella piccola parentesi. Parla come se non avesse molte occasioni per confrontarsi con un’altra persona e si racconta spontaneamente, in modo solare e allo stesso tempo un po’ crucciato.
Incuriosita gli chiedo se ha avuto altre esperienze lavorative prima di queste, e mi dice che in Nigeria lavorava il ferro.. “Qua in Italia lo chiamate ‘fabbro’.”
“E qua avevi cercato come fabbro?”
“Si a Pescia, ma non assumevano.”
“E al Centro per l’Impiego sei mai stato in tutti questi anni?”
“Centro Impiego?”
“Si, c’è a Pescia, è un luogo dove si va per chiedere informazioni riguardo il lavoro.”
“No… Ma possiamo andarci insieme!”
Ciò che mi ha stupito è che in 12 anni non ci sia mai stato né lo abbia mai sentito nominare.. chissà.
Fra tutte le cose che mi ha raccontato:
“Sai, poi io prendo una scatola di cibo qua a Firenze. Tonno, pasta, biscotti..” mi dice con espressione felice.
“Ma dove?”
“Qua ad una Chiesa.”
“Ah, alla Caritas.. E come mai non lo prendi a Pescia? Sai lo danno anche lì una volta al mese con la roba della FEAD. Il cibo dell’Unione Europa.. Guarda ti faccio vedere… è questo?”
“Si! Però preferisco prenderlo qua… Invece i vestiti, anche per andare in Chiesa, li compro. Ma tu dove vai adesso?”
“Sto andando qua vicino.. aspetta ti faccio vedere.. Vedi, questi siamo noi. Ogni martedì e giovedì c’è una Scuolina.. Si fanno esercizi per la lingua italiana ma anche tante altre cose, come la ricerca di un lavoro, della casa etc.. Se una volta vuoi venire potremmo parlare del curriculum e cercare informazioni sulle offerte di lavoro.”
“Adesso no, prima il Centro per l’Impiego. Andiamo insieme!”
“Ok! Buona giornata e buon lavoro!”