L’aspetto locale

Il progetto Laboratorio Aperto di Cittadinanza Attiva 19 (LACA19) è terminato il 29 novembre scorso. Nel frattempo è arrivata la notizia dell’ammissione a finanziamento di un progetto similare dove ci eravamo presentati al bando 2019 per il terzo settore con una compagine simile e che avevamo chiamato Azioni di Resilienza e Accompagnamento per l’Integrazione (ARAI). Diversamente dall’anno precedente il finanziamento concesso è stato fortemente ridotto, di circa due terzi: da un lato i massimali per i singoli progetti erano stati già ridotti rispetto all’edizione precedente e i progetti ammessi sono stati tanti, oltre 450. Questa va presa come una buona notizia perché è una cifra che testimonia una grande volontà costruttiva, che è giusto quella a cui vogliamo dare voce con i nostri medesimi progetti. Ci stringeremo e faremo con quello che è toccato a ciascuno, va benissimo così. Il progetto ARAI avrà inizio l’8 di gennaio prossimo e ne parleremo a tempo debito. Qui commentiamo brevemente alcuni esiti del progetto LACA19, in tre post successivi, perché tre sono gli esiti compiuti del progetto:

  1. scuolina (questo post)
  2. rete della positività
  3. documentario Ubuntu

Da agosto 2017 a luglio 2019 la scuolina ha funzionato presso i locali della parrocchia di Poggio alla Croce – San Polo in Chianti. Poi, quando il CAS è stato chiuso dalla cooperativa che lo gestiva gli ospiti sono “migrati” in varie zone di Firenze. A quel punto ci siamo mossi riattivando la Scuolina con la collaborazione del Cospe, nella propria sede di via Slataper 10. Un po’ di tristezza serpeggiava per l’interruzione della bella consuetudine che si era creata a Poggio alla Croce ma ci siamo subito ricordati che il nostro non è un salotto comodo ma un laboratorio aperto di cittadinanza attiva, dove siamo lì per affrontare i problemi trasformandoli in nuove soluzioni.

La risposta dei cittadini è stata grande. Insegnare è bello e istruttivo ma non è l’unica cosa che c’è da fare. Se da un lato la Scuolina si è riprodotta e prospera presso il Cospe, con la collaborazione di studenti tirocinanti, di alcuni “vecchi insegnanti” di Poggio, di nuovi cittadini insegnanti e con la partecipazione di nuovi studenti (il vantaggio della città), gli altri insegnanti di Poggio si sono concentrati sull’accompagnamento dei ragazzi per l’integrazione nel mondo del lavoro e tutto ciò che vi è connesso. Perché in realtà tutti, allievi e insegnanti, sono rimasti collegati in una rete che ha consentito il proseguimento della vita delle comunità.

Oltre all’attivismo dei cittadini, nel caso di Poggio alla Croce, va ricordato anche il contributo di Don Martin Bakole che, appoggiato dal Vescovo di Fiesole, ha messo a disposizione una sezione dei locali sotto la chiesa per ospitare, in emergenza, alcuni dei ragazzi che sono rimasti in zona per via delle proprie attività di lavoro.

In un post passato, L’accoglienza di Poggio alla Croce vista da noi, avevamo elencato i nomi di tutti coloro che avevano contribuito in vari modi alla Scuolina. Qui vogliamo menzionare coloro che si sono fatti carico in questa fase successiva, che possiamo propriamente chiamare di “accompagnamento diffuso” verso l’integrazione. Sono persone delle più diverse estrazioni, che contribuiscono in modi differenti: attività di rete per la soluzione di questioni di lavoro e alloggio (oggi il più critico dei problemi), lavori di ristrutturazione degli ambienti, insegnamento a Poggio, quando capita, o al Cospe, lezioni di guida ed altri tipi di sostegno. Vi può essere l’insegnante, l’artigiano, il magistrato, l’impiegato, l’imprenditore, il pensionato, lo studente, il ricercatore. Ognuno contribuisce secondo la propria disponibilità e competenza:

  • Andrea B.
  • Camillo B.
  • Claudio F.
  • Elettra F.
  • Eva C.
  • Gabriele G.
  • Laura P.
  • Malò D.
  • Paola G.
  • Roberta G.
  • Serafina F.
  • Serena D.
  • Susanne B.
  • Valentina A.

L’opera di insegnamento e accompagnamento, che è stata portata avanti in questi due anni, ha prodotto integrazione: conseguimento di un titolo di studio, patente di guida, attività lavorative disparate che, occorre precisare, non tolgono lavoro agli italiani, perché, sebbene siano tutti lavori assolutamente dignitosi e praticati in termini legali, difficilmente sollevano l’interesse dei nostri figli. Tant’è che quasi tutti i datori di lavoro, successivamente ci hanno chiesto se ci fossero altri giovani disponibili. Queste, succintamente, le storie.

  1. Abdou – Senegal – Lavora e alloggia nella stagione estiva presso il campeggio Girasole. In inverno alloggia presso il centro della parrocchia del Giglio di Montevarchi. Fa il volontario presso la Caritas.
  2. Aboubacar lavora a tempo indeterminato in un’officina come saldatore.
  3. Aihan – Curdo – Ha fatto l’autenticazione della propria patente. Lavora un po’ come autista della cooperativa e un po’ lavori agricoli e di giardinaggio
  4. Ali K. – Mali – Lavora in un’azienda agricola. Ha lavorato in un’officina meccanica. Sta facendo la patente e ha superato la teoria.
  5. Ali M. – Mali – Fa servizio civile e vive nel centro Ubuntu della Diaconia Valdese.
  6. Boukadry – Senegal – Lavora in un ristorante e vive presso una famiglia con due figli.
  7. Charlotte – Lavora in una lavanderia.
  8. Couby – Lavapiatti presso Trattoria Da Vito e vive nei locali della parrocchia.
  9. Deedo – Curdo – Ha fatto l’autenticazione della propria patente. Lavora in un negozio di kebab.
  10. Ebrima – Gambia – Lavora in un’azienda agrituristica.
  11. Fousseny – Mali – Lavora in un’azienda di produzione di succhi di frutta e si paga un affitto.
  12. Madou – Guinea – Sta trovando lavoro presso una grande azienda agricola. Ha preso la licenza media. Ha il talento della scrittura.
  13. Oumar – Senegal – Lavora in una lavanderia industriale e probabilmente verrà assunto anche lui a tempo indeterminato.
  14. Sacko – Guinea – Lavora in un agriturismo dove svolge un ruolo chiave nell’azienda. L’imprenditore lo sostiene nella gestione del suo percorso burocratico.
  15. Saidou – Senegal – Lavora in una lavanderia industriale con un contratto indeterminato.
  16. Salif – Senegal – Lavora e alloggia nella stagione estiva presso il campeggio Girasole. In inverno è temporaneamente ospitato nei locali della parrocchia e fa saltuari lavori agricoli.
  17. Samba – Mali – Ha lavorato per un’azienda di consegne in bici. Tenta di farsi una strada come rapper.
  18. Sayon – Mali – Vuole continuare gli studi classici. Ha preso la patente.
  19. Sibghat – Pakistan – Ha preso la patente e la licenza media. Studia all’istituto alberghiero. Lavora presso un ristorante e collabora in altre realtà locali. Vive presso una famiglia.
  20. Siragi – Senegal – Esegue lavori saltuari in varie aziende locali.

Sono ragazzi che difficilmente vedremo mendicare per la strada.