Aggiornamento 12 febbraio: abbiamo aggiunto in fondo al post la traduzione italiana della nostra richiesta a Ushahidi. Regalata da Eva Celotti, grazie!
Ushahidi è il software che genera le crowdmap. Tutto nasce dall’idea di una giovane attivista, Ory Okolloh, nata in Kenia da una famiglia di modesta condizione ma molto brava a scuola.
Ory Okolloh si è laureata in legge a Harvard ma ad un ricco impiego in uno studio legale di New York ha preferito cercare di rendersi utile nel suo paese. Nel 2007, in occasione di elezioni accompagnate da diffusi episodi di violenza mise rapidamente insieme un sistema basato su servizi web liberi e free software per segnalare le criticità che si manifestavano sul territorio. Nacque così Ushahidi, che in Swahili vuol dire testimonianza, e nacquero così le crowdmap. Scrive Ory Okollow :
[With social media] ‘Truth’ is not guaranteed – but the idea behind crowdsourcing is that with enough volume, a ‘truth’ emerges that diminishes any false reports.
[Con i social] la ‘Verità’ non è garantita – ma l’idea dietro al crowdsourcing è che oltre un certo volume, possa emergere una ‘verità’ che mette in ombra tutte le notizie false.
Non potremmo descrivere meglio la nostra idea.
Ushahidi è diventata la soluzione di riferimento per la gestione di situazioni di crisi, di catastrofi e per il monitoraggio di emergenze sociali: qui sono raccolti esempi realizzati con la versione attuale della piattaforma e qui altri esempi con la versione precedente.
Ushahidi è un’impresa sociale non profit al servizio delle marginalità sociali. Si finanzia con fondi pubblici e privati ma i costi di gestione dei servizi offerti sono elevati. Di norma i servizi sono quindi offerti a pagamento ma sono previste anche condizioni vantaggiose a favore dei cosiddetti grassroot projects caratterizzati da impatto sociale significativo.
Nel nostro caso avremmo dovuto accedere ad un “Ushahidi Basic plan” per un costo di circa 6000 $ all’anno. Tuttavia, considerate le caratteristiche del nostro progetto, abbiamo provato a chiedere un piano free come grassroot project. Ci è andata bene:
Thank you for your application to Ushahidi’s zero-rated plan. We are pleased to let you know that your application has been approved and you’re on your way to creating impact in your community through collecting, curating and managing data on the Ushahidi platform.
Grazie per la vostra richiesta di un piano Ushahidi gratuito. Siamo lieti di comunicarvi che la vostra richiesta è stata approvata e che siete in procinto di agire nella vostra comunità raccogliendo, curando e usando i dati della piattaforma Ushahidi.
La sintesi che abbiamo proposto ha sortito l’effetto desiderato. La riproponiamo qui sotto (momentaneamente disponiamo solo del testo in inglese, se qualche volenteroso volesse produrre una traduzione italiana la pubblicheremo volentieri qui).
Context
Italy is one of the countries upset by a strong resurgence of extreme right wing political forces. At the same time, the country experienced consistent immigration fluxes, especially from the Mediterranean sea.
Recent government’s decisions are giving rise to a social bomb, with dozens or hundreds of thousands of asylum seekers hopelessly wandering through the country, since the possibility of getting an humanitarian permission has been simply wiped off, considered that the humanitarian permission was given to more than the half of asylum seekers.
Our story began on April 2017, when a new asylum seekers centers for 30 people was announced in our 190 inhabitants village. Locals reacted with violence while a small group of some 15 tried to start a sort of self-education about migration related matters, both from the geopolitical point of view but especially from the local perspective: what can be usefully done to transform potential problems in viable solutions?
In August 2017 we started a small school service targeted to the boys hosted in the center willing to improve their potential of being integrated in the local work environment. Since then, twice a week, in the afternoon some citizens involve themselves in teaching what is needed, according to each available competencies. Since then we never missed an afternoon. The group of volunteers grew with time, coming also from several neighboring towns.
Results have been encouraging: some half of the migrants have attended the school, improving their Italian, the ability to relate with local people and finding some remunerated occupations. At the same time, the village life flew quietly and none of the dangers, feared by many, took place.
A relevant aspect is that we discovered that this story, even though remarkable, is by no means unique. There are many of them, scattered throughout the territory, but they are unconnected and get unnoticed. While the mainstream information is focused on terrible declarations of political leaders, nobody is talking about this “positive Italy”, which is silently working on affordable small scale solutions. In the meanwhile hate speech and threats are increasing in a troubling way.
Project idea
Since these facts raised considerable interest, in July 18 we applied for a project involving four institutional partners and nine charity associations – the partners are listed in the project site: https://lacanet.org/. The project is leaded by a small non profit welfare and healthcare association located in the area of our village. The project will last for 12 months. A short summary can be found in this post: https://lacanet.org/2018/12/20/primi-passi-laca19/ (on the right you may select an English Google translation). In short, the main goals are:
1. The production of a professional documentary about the positive reaction of a community of citizens
2. The deployment of a network aimed 1) at discovering and connecting “good stories”, and at sharing good practices among them; 2) at critical situations and misconducts in host centres
3. The realization of a MOOC for helping migrants in finding their way in the gory details of Italian bureaucracy and appropriate educational opportunities.The most important objective is the second one, because of its political potential. In our highly biased information system, heavily unbalanced towards bad news, fear and angry, the possibility to let emerge a positive narration may be disruptive and, at any rate, the game is worth the candle.
It’s only recently that we’ve realized how Ushahidi could be the key component of the system we need to set up, as we outlined in our recent post. We believe that Ushahidi could be the right engine to let our network grow spontaneously, if we will be good at disseminating the idea.
Since the start of the project, on November, the 26th, we have been discussing this crucial point and now we are experimenting with Ushahidi. We are considering both the self-run solution on a host of ourselves, or your basic plan. Since at the time of the writing of this project, last July, we has not been able to focus on these details, we did not include the cost of such a plan. Probably in a next project we will be able to do so, unless we are going to choose the self-hosted solution.
That’s why we are asking you if we could be eligible for a free Ushahidi basic plan, considered the grassroot nature of the project and that it will be leaded by a small non profit organization. If you allow us to access a free plan, we could start very fast, having, in the meanwhile, the possibility to explore the self-hosted solution. This eventuality would also represent a kind of endorsement from Ushahidi and this is an extremely exciting perspective for us.
Looking forward for a positive answer from you
Best regards
Versione italiana (a cura di Eva Celotti)
Contesto
In Italia, come in altri paesi, riemergono, purtroppo, forze politiche di estrema destra. Il paese vive anche importanti flussi migratori, specialmente provenienti dal Mar Mediterraneo.
Recenti decisioni governative stanno per innescare una bomba sociale, con decine o centinaia di migliaia di richiedenti asilo vaganti senza speranza per il paese perché la possibilità di ottenere un permesso umanitario è stata semplicemente cancellata, mentre precedentemente i permessi umanitari erano accordati a più della metà dei richiedenti asilo.
La nostra storia comincia nell’aprile 2017, quando si seppe che sarebbe stato creato un centro per 30 richiedenti asilo in un villaggio di 190 abitanti. I paesani reagirono con rabbia , mentre un piccolo gruppo di circa 15 persone cercò di iniziare un percorso di autoeducazione sui temi dell’immigrazione dal punto di vista geopolitico, ma sopratutto in una prospettiva locale: che cosa si poteva fare per trasformare i potenziali problemi in soluzioni praticabili?
Nell’agosto 2017 abbiamo iniziato una piccola scuola dedicata ai ragazzi ospiti del centro al fine di migliorare le loro possibilità di integrazione nel tessuto locale. Da allora, due volte per settimana, nel pomeriggio, qualche cittadino si occupa di insegnare, secondo le proprie competenze, ciò che può essere utile. Da allora non abbiamo mancato un pomeriggio. Il gruppo dei volontari, provenienti anche dai paesi vicini, è aumentato nel tempo.
I risultati sono stati incoraggianti: circa meta’ dei migranti hanno frequentato la scuola, migliorando il loro italiano, la loro capacità di interagire con i locali e hanno trovato piccoli lavori pagati. Contemporaneamente la vita nel villaggio scorreva tranquilla e nessuna delle calamità temute da molti si è avverata.
Un’ interessante scoperta è stata che questa storia, sebbene degna di nota, non era affatto unica. Ve ne sono molte analoghe, sparse sul territorio, ma scollegate ed ignorate. Mentre l’informazione corrente è focalizzata sulle terribili dichiarazioni dei leader politici, nessuno parla di questa “Italia positiva” che silenziosamente cerca soluzioni praticabili su piccola scala. Nel frattempo discorsi minacciosi e fomentanti odio crescono in modo preoccupante.
L’idea del progetto
Poiché tutto questo ha suscitato notevole interesse, il 18 luglio abbiamo fatto domanda per un progetto che coinvolge quattro partner istituzionali e nove associazioni di volontariato – i partecipanti sono elencati nel sito del progetto: https://lacanet.org. Il progetto è guidato da una piccola associazione non profit che, nella zona del nostro piccolo paese si occupa di assistenza sociale e cura dei malati. Il progetto ha la durata di 12 mesi. Un piccolo riassunto può essere letto nel post: https://lacanet.org/2018/12/20/primi- passi-laca19/ (sulla sinistra potete selezionare la traduzione inglese). In breve gli obbiettivi principali sono:
- Testimoniare con un documentario di livello professionale la positiva reazione di una comunità di cittadini
- Lo sviluppo di una rete finalizzata 1) a scoprire e collegare “buone storie” e a condividere buone prassi, 2) a raccogliere segnalazioni di eventuali criticità
- Realizzare un MOOC (Massive Open Online Course) per aiutare i migranti a muoversi negli oscuri meandri della burocrazia italiana e ad avvalersi delle offerte educative più consone alle loro necessità.
L’obbiettivo più importante è il secondo, dato il suo potenziale politico. Nel nostro sistema di informazione, molto parziale e fortemente sbilanciato verso le cattive notizie, la paura e la rabbia, la possibilità di far emergere una narrazione positiva può avere un effetto dirompente e in ogni caso val la pena tentare.
Solo recentemente ci siamo resi conto che Ushahidi poteva essere una chiave per il sistema che vogliamo realizzare. Crediamo che Ushahidi possa essere la macchina che faccia crescere spontaneamente la nostra rete, se riesce a diffondere l’idea base.
Dall’inizio del progetto, il 26 novembre, stiamo dibattendo questo punto essenziale ed ora proviamo Ushahidi. Stiamo esaminando la possibilità di un host autogestito o l’uso della vostra piattaforma. Quando abbiamo scritto il progetto, nel luglio scorso, non abbiamo puntualizzato questi dettagli e non abbiamo incluso il costo della piattaforma. Probabilmente nel prossimo progetto saremo in grado di farlo, altrimenti ripiegheremo verso un host autogestito.
Per questi motivi chiediamo se possiamo essere ammessi gratuitamente alla piattaforma di Ushahidi, tenuto conto che il progetto proviene dalla società civile e che sarà guidato da un’organizzazione non profit. Se ci concederete un accesso gratuito al sistema potremmo iniziare molto presto, avendo nel frattempo la possibilità di valutare la soluzione di un host autogestito. Questa eventualità rappresenterebbe anche una sorta di sponsorizzazione di Ushahidi e questo sarebbe per noi una prospettiva molto lusinghiera e stimolante.
Sperando in una Vostra positiva risposta, inviamo i migliori saluti.
Laboratorio Aperto di Cittadinanza Attiva 
L’ha ribloggato su Blog di Andreas Formiconi.
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